Il ddl contro l’omotransfobia ribattezzato anche “legge Zan” dal cognome del relatore Alessandro Zan, deputato del Pd, è tornato al centro del dibattito politico. Il disegno di legge, infatti, si è bloccato al Senato dopo che la Lega, ma anche le altre forze del centrodestra, Forza Italia e Fratelli d’Italia, hanno definito il provvedimento non prioritario, non consentendo così l’avvio della discussione in commissione Giustizia. Ma cos’è, di grazia, questa legge e a che servirebbe? Dunque… La legge Zan vuole prevenire e contrastare la discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Nelll’articolo 1 del testo, viene specificato che “per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico; per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”. Perché che lo si voglia o meno ancora ci sono discriminazioni, violenze, aggressioni fisiche e verbali. Eppure, c’è sempre chi si batte per non far passare una legge giusta e necessaria. Un politico che ha più volte, palesemente, manifestato il suo disappunto e il parlamentare leghista Simone Pillon che con il suo “perbenismo”, sventolando la famiglia tradizionale al gusto di ostie, attaccando con il potere di cui dispone, chi invece è a favore di un’uguaglianza basata sulle persone e non sugli orientamenti sessuali.
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