Abusi, molestie, femminicidi e tanti discorsi, alcuni fatti per comodo e altri inascoltati come quello della ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti. Mentre lei simbolicamente in abito rosso leggeva il suo discorso sulla giornata contro la violenza sulle donne e dei finanziamenti alle vittime di abusi, in aula alla Camera erano presenti solamente 8 deputati. Passato il 25 novembre ricominciano gli stupri, le prevaricazioni, i soprusi, o forse, molto probabilmente, non si sono fermati neppure quel giorno. Una giornalista in dirette tv mentre cerca di intervistare dei tifosi all’uscita dello stadio viene palpata da un deficiente, successivamente identificato. Il conduttore dallo studio minimizza il gesto del molestatore con la frase “non te la prendere…” ( l’importante è concludere il servizio tv vero?). Da donna dubito dell’efficacia del dipingere una panchina rossa, non sarà certo colorarla che difenderà la prossima donna, ma abbiamo tutti bisogno di simboli, il problema che questi ultimi non bastano a fermare una strage, perché è questo quello che accade ogni giorno. Stiamo finendo le panchine, la vernice rossa e pure la pazienza, non toglieteci anche la speranza che, davvero, voi politici che potete fare qualcosa a riguardo lo farete!
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