2 Giugno, festa della Repubblica, è domenica mattina presto, mi alzo furtiva nel buio della camera da letto. Una voce assonnata mi domanda ” ma dove cazzo vai che è domenica mattina? torna a letto che è presto!” Continuo a vestirmi di fretta e furia, ho una missione da compiere, non posso rimandare, è oggi il gran giorno! “Dormi, dormi…” rispondo. Mi preparo con un rituale alla kamikaze. Salgo sull’aereo sperando di non schiantarmi nel primo traliccio dell’Enel. “Ce la puoi fare, ce la puoi fare…” continuo a ripetermi per darmi forza. La missione è pericolosa, molto pericolosa. Ho calcolato da mesi tutto, anche l’incalcolabile. La parata ha inizio, suonano i bersaglieri, scaldo il motore e decollo assieme agli altri piloti. “Coraggio Nico, coraggio…” ripeto il personale mantra. Ecco è il momento, faccio una virata, mi stacco dal gruppo, guardo giù, come sono piccoli tutti quanti, sembra di veder un plastico con delle formichine che si muovono. Controllo lo spazio aereo, tutto libero, “Ora Nico, ora…!”
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