Jonathan Galindo, protagonista di una leggenda che si è diffusa sul web: si tratterebbe di uno psicopatico che contatta i ragazzini e, dopo aver chiesto se vogliono fare un gioco, li spinge ad affrontare prove sempre più pericolose, fino appunto al suicidio. In realtà si tratta, appunto, di una leggenda: non esiste nessun Jonathan Galindo, gli account con quel nome sono stati aperti in seguito alla diffusione della storia e le foto sono state rubate dal profilo di un make up artist. Il pericolo, però, è reale: dietro quei profili potrebbero nascondersi anche persone con cattive intenzioni che, sfruttando la popolarità, potrebbero condizionare i ragazzini e gli adolescenti più impressionabili. Sono dunque sfide diffuse sui social, oggetto di numerose segnalazioni alla Polizia Postale, in cui si spingerebbero i ragazzini a superare delle “prove” che possono sfociare in gesti di autolesionismo, “challenge dell’orrore”, del tipo “blue whale”.
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