La satira fa paura, da sempre, perché fornisce un punto di vista alternativo, provoca, scatena risate e fa pensare il lettore. Il disegnatore satirico deve essere irriverente, per ogni vignetta ci sono informazioni, letture di quotidiani, approfondimenti di notizie, veridicità, idee e realizzazione. La satira è un punto di vista che dà fastidio perché ricorda un fatto tramite l’occhio dell’autore satirico. La satira mette in ridicolo le autorità, i personaggi famosi, i dittatori, i politici, gli uomini comuni con i loro vizi e ipocrisie. Che essa sia posta in letteratura o in disegno la sua pungente ironia infastidisce e per questo è costata il carcere se non addirittura la vita a chi l’ha praticata. I dittatori temono la satira perché li schernisce, a volte con cattivo gusto, altre con battute intelligenti, ma sempre mira a ridicolizzare il “re nudo”. Se pensate che il diritto di satira sia applicato ovunque, beh, vi sbagliate. Dove esistono regimi non c’è libertà di espressione, nella Russia di Putin, nell’Iran di Khamenei o nella Corea di Kim Jong-u essere contrari è sinonimo di coraggio. L’ultimo attacco alla libertà di satira viene da Teheran, dopo le vignette contro il Mullah pubblicate da Charlie Hebdo il 4 gennaio 2023, è stata lanciata la fatwa, ossia la condanna a morte per il gruppo del giornale satirico francese.
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