Nizza 29 ottobre 2020 La Francia piange nuovamente. Questa mattina un uomo armato di coltello si è introdotto nella cattedrale Notre Dame nel centro di Nizza, in Avenue Jean-Medecin. Tre persone sono state uccise e l’attentatore è stato arrestato. Ma nel corso della mattinata almeno altre tre circostanze hanno fatto scattare l’allarme terrorismo: ad Avignone un uomo armato di coltello è stato ucciso mentre urlava «Allah akbar», a Gedda un uomo è stato assalito all’interno del consolato francese. Non è il primo caso di terrorismo subito dai cugini d’oltralpe: Charlie Hebdo, 7 gennaio 2015 – Il primo attacco è contro un simbolo della satira, che non risparmia nemmeno la religione. Due uomini armati irrompono nella redazione parigina della rivista Charlie Hebdo, uccidendo 12 persone, tra cui il direttore. Come vendetta per le vignette sull’islam e le caricature di Maometto. I killer sono i fratelli Kouachi, francesi di origine algerina, addestratisi in Yemen con Al-Qaeda. “Abbiamo vendicato il profeta”, gridarono mentre fuggivano dopo avere ucciso a bruciapelo anche un poliziotto sul marciapiede antistante la redazione. Il riferimento era alle caricature di Maometto che il giornale aveva pubblicato (e che solo qualche giorno fa ha scelto di ripubblicare alla vigilia dell’apertura dello storico processo per gli attacchi di gennaio 2015). Dodici in totale i morti. Ne seguì una caccia all’uomo, che si concluse solo il 9 gennaio con l’uccisione dei Kouachi in un raid delle forze speciali francesi, dopo che i fratelli si barricarono in una tipografia. Nizza, 14 luglio 2016 – Un giovane tunisino travolge e uccide con un tir 86 persone sul lungomare e ne ferisce 450. Era il giorno della festa nazionale. Alla guida del camion c’era Mohamed Lahouaiej Bouhlel, di origini tunisine e che abitava a Nizza, ucciso dagli agenti nel tentativo di fermare la sua corsa sulla Promenade. Cinque gli italiani morti nell’attentato, ai quali si aggiunge un giovane italo-americano. Alcuni giorni dopo un sacerdote cattolico, padre Jacques Hamel, viene massacrato durante la messa in una chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, in Normandia. I due assalitori vengono uccisi. L’Isis rivendica. Il 2017 all’arma bianca – Il 3 febbraio un egiziano di 29 anni, armato di due machete, si scaglia contro quattro soldati a guardia del Louvre, gridando ‘Allah akbar’. Stessa dinamica, il 15 settembre: il bersaglio è un militare, alla metropolitana di Parigi, l’arma è un coltello. L’episodio più grave avviene il primo ottobre: un tunisino accoltella a morte due donne davanti alla stazione di Marsiglia gridando “Allah Akbar”. Strasburgo, 12 dicembre 2018 – Un uomo piomba armato su un mercatino di Natale, uccidendo 4 persone e ferendone 11. Tra le vittime anche il giornalista italiano Antonio Megalizzi. Alcuni mesi prima, il 12 maggio, un giovane francese nato in Cecenia accoltella i passanti in una strada del centro di Parigi, gridando “Allah Akbar”. Un morto e quattro feriti. Ancora la firma dell’Isis. Il professor Paty, 16 ottobre 2020 – Il pomeriggio del 16 ottobre nella periferia di Parigi, a Conflans Sainte Honorine, un 18enne di origine cecena, Abdullakh Anzorov decapita il professore di storia e geografia Samuel Paty per aver aperto in classe una discussione con i suoi alunni sulle vignette satiriche di Charlie Hebdo sul profeta Maometto. Il ragazzo, ucciso poco dopo dagli agenti, ha rivendicato l’attentato con una nota lasciata sul proprio cellulare e ha diffuso la macabra foto del corpo senza vita di Paty sul proprio profilo Twitter. L’indagine è stata affidata immediatamente all’antiterrorismo che nei giorni seguenti ha fermato diverse persone coinvolte nell’attentato tra cui i familiari del 18enne, compreso il fratello minorenne, e il padre di un’alunna del professore che sui social aveva lanciato una campagna d’odio contro Paty. Dalle indagini è emerso che Anzorov era entrato in contatto con l’uomo prima di pianificare l’attacco e che ha pagato alcuni alunni della scuola per farsi indicare il professore. Paty è stato insignito della Legione d’Onore e celebrato con una cerimonia di Stato in cui il presidente Emmanuel Macron ha difeso la libertà di espressione, la laicità e i valori secolari in Francia. (fonte rainews)
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