Sarebbe bello vedere i soldati posare i fucili, adagiare con cura le bombe, aprire lo spartito e “imbracciare” un violino, seduti uno accanto all’altro, senza badare se si è russi o ucraini, se si è combattuto fino a un attimo prima. Magari potrebbero suonare una composizione in un atto solo di Strauss, Friedenstag (Giorno di pace), una misconosciuta storia ambientata al tempo della Guerra dei Trent’Anni, ma di carattere dichiaratamente pacifista. Sarebbe bello, già, almeno per una notte, e poi chissà, magari per sempre, perché il potere della musica è anche quello di diffondere pace.
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