Il settimanale satirico francese, Charlie Hebdo torna alla carica, col suo stile ironico e dissacrante, contro il regime iraniano, da mesi sotto pressione per le proteste di piazza dopo la morte della giovane Mahsa Amini. Per nulla intimorita dalle reazioni di Teheran la redazione d’oltralpe lancia nuovo numero mettendo in prima pagina i mullah iraniani con tanto di titoli irriverente. Immediata la reazione delle autorità di Teheran :«I musulmani prima o poi si vendicheranno dei responsabili di Charlie Hebdo per aver pubblicato vignette che prendono in giro il leader Ali Khamenei», ha detto il comandante delle Guardie rivoluzionarie Hossein Salami, aggiungendo minaccioso: «Puoi arrestare i vendicatori ma non puoi resuscitare i morti». Quindi la minaccia ancor più esplicita: «Questi individui francesi pensino al destino di Salman Rushdie*». (*autore dei ‘Versetti satanici’, contro il quale il defunto leader iraniano Ruhollah Khomeini emise nel 1989 una Fatwa per aver insultato il profeta Maometto, ha vissuto da allora sotto scorta, e lo scorso agosto è stato accoltellato gravemente a New York.) Voglio ricordare che già nel 2015, a Parigi, la redazione del settimanale venne decimata da un attentato jihadista. In passato è già capitato che non mi sia trovata d’accordo con i “cugini” su alcune vignette post terremoto in Italia o dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, ma è un mio limite, e ripensandoci avevano ragione, ma vederle faceva male per il mio troppo coinvolgimento che offuscava l’obbiettività. Ora, ci troviamo nuovamente punto e a capo grazie alle minacce per nulla velate ricevute dal loro staff. Due cose ammiro di Charlie Hebdo: il coraggio e la bravura. In Italia la satira è annacquata, i quotidiani si affidano a disegnatori moderati, che garantiscono lavori che scivolano tra le pagine senza creare troppo contrasto con il lettore. Anche le vignette postate sui social, come Facebook, Twitter o Instagram essendo soggette a blocco vengono censurate dagli stessi autori, per non incorrere a settimane di fermo. Tutto ciò contribuisce a produrre sempre meno vignette taglienti e quando qualcuno “osa” pubblicare qualcosa che va otre al piattume a cui ci siamo abituati scattano sanzioni, querele, e minacce di morte. Sappiate che in questo momento sto sfogliando l’ultimo numero di Charlie Hebdo. Ora, il punto è questo, molte vignette pubblicate non le ho trovate divertenti e tantomeno frizzanti, semmai volgari, ma non accetterò mai che qualcuno osi minacciare un’artista perché in disaccordo con il suo lavoro. Questa vignetta è per tutti coloro che hanno avuto il coraggio di dissentire a regimi e dittatori perdendo la vita, incuranti delle conseguenze. Ci saranno sempre nuove matite che sostituiranno quelle appena cadute, perché il diritto di satira vivrà sempre.
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