La mia vignetta per il sabato sulla pagina web del gruppo Sputnik è dedicata all’integrazione. L’idea è nata da un episodio che ho vissuto e subito. Una donna di colore mi ha dato della razzista sul mio posto di lavoro perché, a una sua richiesta, ho risposto che non potevo accontentarla dovendomi attenermi ai dettami suggeriti dall’azienda che rappresento. Avrei risposto allo stesso modo se l’interlocutore fosse stato bianco o asiatico. La parola ” razzista” è un’arma che alcuni migranti sfruttano per attirare l’attenzione e ottenere richieste. Credo che il segnale di fine discriminazione razziale si avrà quando, un uomo bianco e un nero, potranno litigare senza badare al colore della pelle. La fusione tra diverse etnie è potersi mandare a quel paese, con la stessa aggressività che si utilizzerebbe per i propri connazionali, apostrofandoli con i medesi insulti che non prevedono, ovviamente, quelli razziali. Perché, che lo vogliate o meno, le persone litigano, che non tutti i bianchi sono delle brave e simpatiche persone e allo stesso modo anche tra gli immigrati ci sono simpatici e antipatici, onesti e disonesti, razzisti e antirazzisti. Il cosmopolitismo e l’ integrazionismo passano anche da qui, dal potersi mandare a cagare in piena libertà.
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