Sono oltre 100 i giorni di protesta in Iran contro la repressione del regime islamico. Quella che all’inizio sembrava la “rivolta delle donne”, si è trasformata in lotta verso un regime che non risparmia nessuno, né donne, uomini, bambini, e neppure personaggi famosi. Chi viene condannato è perché accusato di aver intrapreso una “guerra contro Dio”, per la sharia, e la legge islamica, vuole dire pena di morte. Auguriamoci che la fine del leader supremo Ali Khamenei sia prossima, magari tramite la stessa impiccagione subita dai manifestanti.
Lascia un commento