Passeggiamo, affannati, tra le vie del centro in cerca di regali di Natale, le luminarie della città evidenziano i nostri nasi rossi dal freddo e i sacchetti con gli acquisti appena fatti. C’è aria di festa in giro, profumo di caldarroste e musichine natalizie, addobbi e finti Santa Claus che ci guardano consapevoli di essere impostori, ma non è così ovunque. In Iran, da mesi, non si respira la spensieratezza, al posto delle luminarie ci sono i corpi degli impiccati che penzolano, colpevoli di aver protestato contro Khomeini e di essere solidali con le donne che scendono in piazza per dire basta agli arresti e uccisioni per aver indossato non correttamente il velo. I condannati a morte sono stati giudicati colpevoli di “corruzione sulla terra” uno dei reati più gravi secondo la legge islamica della sharia o per il loro “ruolo nelle rivolte”. Questa vignetta vuole focalizzare ulteriormente l’attenzione su questo massacro, contrapponendolo al nostro quotidiano. Fatevi da parte voi commentatori del “ma in Iran non esiste il Natale!” perché se solo lo pensate significa che non avete capito una mazza su questa vignetta, e se proprio volete indignarvi fatelo, ma per una giusta causa!
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