Ci sono i festoni che abbelliscono le sale di Capodanno in attesa del cenone, dei suoi ospiti lustrati e scintillanti, dei brindisi, dei balli Brasil con trenino e poi c’è il filo spinato che “addobba” i lager i rifugi e le trincee, dove il cibo scarseggia, dove si muore di freddo, dove non arriva la musica, dove quando va bene si “brinda” con dell’acqua sporca e dove non passano treni per la salvezza. I miei auguri di buon anno, da qualunque parte del filo voi siate.
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