Giovanni, vedendo venire verso di lui Gesù, disse” Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo…” L’agnello, per la religione cristiana e ancor prima per quella ebraica, è il simbolo di sacrificio per eccellenza, e come tale più volte compare nell’Antico Testamento. Come nel libro dell’Esodo (Esodo, 12, 1-9), quando a proposito della Pasqua ebraica Dio disse a Mosè e Aronne: “Ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa”. E poi ancora: “In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere”. Rieccoci a Pasqua, alle prese con il pranzo da preparare e la scusa della tradizione che epura la coscienza per l’uccisione dell’agnello… ma se quel giorno avessero detto il nome di un’ortaggio? Carciofo, barbabietola, radicchio…
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